3.4.06

 

Francesco Arleo. Scappa 

[poesia -2]


N
on ho ombra di quel passato. La luna stava alla finestra e qualche volta la chiudevo in una mano ma sapevo di non possederla.


La frutta migliore della terra era stesa sul pagliaio di fronte casa.
Lì, seccavano trecce di fichi col miele e un seme di mennula in mezzo.
Nei colpi del buio uno stormo di lucine metteva voglia di arrampicarsi.
Su un ginepro. Era l’appuntamento con le pleiadi. Il carro della fortuna.

Quello che lasciavo erano facce di vecchi nell’orto.
Si resta e si muore, si parte e si muore comunque.

[…] Ricordare, vuol dire perdonarsi anche quello che non si è commesso, magari il pane che non si è avuto o il male che non si è fatto. Era il nostro tempo, la stagione più matura, quella più canterina. Il grano era uguale da tutte le parti e cadeva, cadevano intere distese come cadevano le sere. Ci sorprendeva la luna. Ci prendevamo il nostro riposo nei cavalloni di grano.

[…] Mi aspetta un paese di calanchi dove dormono ancora i poeti e le loro madri, i diavoli e gli ulivi, dove un giorno le capre leccavano il sale della terra e ogni solco era nervo sul viso dei vecchi.

i Biglietti tratti da Scappa di Francesco Arleo
Officine Beati i Secondi (r) & Alexandra Editrice, Roma 2004


FRANCESCO ARLEO (E' nato a Chiaromonte nel 1974 e vive a Roma) Versi che sanno di grano e di partenza. Storie di fughe necessarie e utili. Viaggi nella memoria persuasi di dimenticare ricordando. I biglietti di Francesco Arleo sono graffi che tagliano la pellicola del diniego e si fanno coscienza amara di ieri e di oggi. Versi in prosa poetica dove la terra lucana asciutta e materna a tratti s’impone gravosa, in altri reagisce nel taglio di parola compatta e coraggiosa, nell’inquietudine che l’attraversa e in altri ancora la si vede guadare concreta e reale nei profumi, nella tradizione, nei gesti che come vene sparse in corpo si legano all’origine e alla vita…
by Maria Luigia Iannotti

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3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Accurata la scelta dei frammenti di Arleo da cui risalta un sorprendente ed evocativo viaggio a ritroso tra natura e memoria. Altrettanto illuminanti e affabili le tracce da te lasciate al suo profilo di scrittura. Alla prossima... Mapi

4/4/06 19:29  
Anonymous Anonimo said...

ho letto con interesse.... :-)

6/4/06 22:32  
Blogger Unknown said...

Bigliettini che nella loro semplicità celano il dolore e la tristezza per una partenza necessaria. Con le sue semplici parole riesce a riassumere ciò che gli emigrati non riescono a dire, emigrati carichi di dolore che hanno dovuto abbandonare la propria casa. Grazie Francesco per la tua poesia. Porta in alto il nome del tuo paese "Castronuovo".
Un tuo ammiratore di Castronuovo, Giuseppe Cranco

13/8/08 16:21  

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