23.7.06

 

Gennaro Grieco. Le Trentadue Ottave 

[poesia -11]

"Il morso a ritroso alla terra"

Non più, quando terra chiama cielo
e insieme
esangui si arrotolano, si accoppiano
-sappiamo una o più storie bastarde
[e i giochi della bestia-
e annullano l’etico spessore dell’ascesa,
lo spazio-tramite della speranza.
Non più.
Solo fatui fuocherelli ai crocicchi
o moine focomeliche in resistenza
: per senso del dovere –chissà!-
o semplicemente residui d’inerzia.
(Il fuoco, 18 aprile 1994)

***

Le altalene, le ingegnose altalene
d’atmosfere sognanti,
hanno oziose trame di consuetudine,
polvere di stelle arse in ricaduta.
Disdegnando la terra,
disegnano le ascese;
poi a ritroso le cancellano –senza
celesti ricavi da un cielo minimo
(Il dondo-lamento, 9 gennaio 1995)

***

Stiracchiarsi sul cordolo.
E mangiucchiarsi a spilluzzico le unghie.

Smollare gli essudati, i punti neri,
molare un silenzio, mortificarlo.
E per scene ripetute, fingendosi.
Abitare un silenzio
e con avidità mortificarlo.
E per scene ripetute, fingendosi.
(La gente, 26 giugno 1994)

***

Ma un brodo povero, appena pacifero
come la paglietta inclinata in fronte
-il sole è di un solstizio alquanto pieno
e il riscatto si trova in cose poche
come lavarsi le mani a una fonte.

O sarà sempre un alibi l’ortica
per disdegnare il nitore di un’acqua,
sminuirne il sollievo sulla ferita?

Neppur vale nascondersi la sete
se sul ventre della terra è il riflesso
e dall’esito dipende la quiete.
(Il riscatto, 21 giugno 1994)

***

Nella nominazione della morte
io ti vedo, e ne prendo le misure.
Per dove piace, da qualunque luogo
io, terra, voglio conoscerti tutta,
seguendo attento ogni piccolo solco.
Di te voglio impregnarmi pelle e scarpe
: per cogliere in contropiede la sorte
sapendo già i rigori della notte

(La tattica, 26 giugno 1994)

versi tratti da “Le trentadue Ottave” di Gennaro Grieco
Il fiore nella roccia (Collezione di Scritture) - Torino 2004

GENNARO GRIECO è nato nel 1953 a Rionero in Vulture e dal 1973 vive a Torino. Ha una lunga storia di “parole” e di “vita” la poesia di Gennaro Grieco. Trentadue ottave e altri otto versi variamente strutturati compongono la sua ultima silloge, un libro “esistenziale” e provocatorio per certi versi, in cui lo sguardo si staglia lucido e attento su approdi e consapevolezze e si affila tagliente e ironico su inganni e ingiustizie, per prenderne le misure, calcolarne distanze e vicinanze “senza distrarsi al bivio” con mano sapiente di artigiano (come è fortemente palese nei versi di La tattica). Accettazione, rifiuto, sberleffo, voglia di vivere e contaminarsi con e per le cose che contano, in Grieco tutto passa attraverso il rigore della ragione. Tutto è filtrato da un linguaggio magmatico e interiore, dallo scatto dinamico che procede per provocazioni, dubbi, domande senza risposta che innervano il tessuto poetico, e da una sintassi complessa, stilisticamente tradizionale e studiata, sia quando si muove su un piano più prosastico, sia quando il verso si distende aprendosi al gioco allitterato della rima, dell’assonanza e dell’ironia più giocosa e beffarda.
by Maria Pina Ciancio

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3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Ben fatto, Maria Pina! Buona la scelta dei testi ed altrettanto la nota di presentazione. Grazie, e sappi che un pezzo del mio cuore è nella mia Lucania, al tuo fianco.
gg

(inevitabili, vero, questi caratteri strani, per es. sugli accenti?)

24/7/06 02:05  
Anonymous Anonimo said...

Bellissime le tue poesie, anche io sono Lucano, sono fiero di quelli come te.

24/7/06 11:15  
Blogger LucaniArt said...

Grazie a te Gennaro, per noi è un vero piacere ospitarti su LucanArt.
Un abbraccio tutto lucano, a presto
Mapi

24/7/06 18:27  

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